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Corrispondenza & Pacchi

Il mercato postale sta attraversando una fase di profondi cambiamenti in gran parte riconducibili alla digitalizzazione, che influenza in modo diverso i volumi di lettere e di pacchi in circolazione. Al continuo calo strutturale dei volumi di corrispondenza tradizionale, sostituiti da forme di comunicazione digitale (e-mail, messaggistica istantanea, ecc.), si accompagna un aumento dei volumi di pacchi spediti.

In particolare, per il comparto della corrispondenza, nel 2022 è proseguita la flessione strutturale del mercato e si è registrata una decrescita consistente degli invii (-5,2% rispetto al 2021) come inevitabile conseguenza dei processi di digitalizzazione e di transizione delle comunicazioni fisiche a forme di comunicazione elettroniche (e-substitution). Nel 2023 si conferma il calo dei volumi del mercato (-5% rispetto al 2022), anche se in rallentamento rispetto al periodo pre-pandemico, a fronte di una sostanziale stabilità a valore (+0,03% rispetto al 2022).

Il comparto pacchi, dopo l’incremento esponenziale negli anni della pandemia, ha vissuto nel 2022 un periodo di incertezza che non ha intaccato comunque il valore del mercato.

Gli effetti che hanno condizionato il rallentamento del trend di crescita registrato nel 2022 sono riassumibili nell’aumento generalizzato dei costi con conseguente diminuzione del potere di acquisto dei consumatori e della minore propensione agli acquisti privati (anche online).

Per l’anno 2022 il valore di mercato è risultato in crescita rispetto a quello del 2021, ma con un trend ancora al di sotto dei livelli del periodo pre-pandemico.

Nel 2023 il valore del mercato dei pacchi è atteso in crescita, principalmente per il positivo andamento dell’e-commerce. Secondo le ultime stime sull’anno in corso gli acquisti online di prodotto mostrano segnali di ripresa con un valore pari a 35 miliardi di euro, in aumento dell’8% rispetto al 2022 (risentendo però in buona parte degli effetti dell’inflazione) e con una crescita annua in termini assoluti che torna al livello standard del periodo precedente la pandemia.

Il Beauty è il settore più dinamico del 2023 con un tasso annuo di crescita in termini di valore (+11%) superiore al tasso medio degli acquisti e-commerce di prodotto; Informatica & Elettronica ed Editoria mostrano un incremento di valore in linea con la media (+8%), mentre risulta positiva ma più contenuta (+7%) la crescita degli acquisti di Abbigliamento e Arredamento & Home living; il Food & Grocery, che nel 2022 è stato il comparto più dinamico con un trend annuo pari al +15% mostra nel 2023 una leggera contrazione (-0,5%).

Il mercato della logistica in Italia vede una costante crescita del modello di outsourcing dei servizi logistici da parte degli operatori industriali e commerciali verso soggetti specializzati (outsourcer), in grado di coprire l’intera catena del valore.

In particolare, il mercato dei Servizi Logistici integrati nel 2021 vale circa 12 miliardi, in crescita del 16% rispetto all’anno precedente, grazie anche all’incremento dei flussi di trasporto internazionale che è ripreso a ritmi più sostenuti rispetto agli anni precedenti la pandemia: si stima per il 2022 una crescita del +7% e per il 2023 del +5%. Per il futuro si prevede una ulteriore crescita, seppur ad un ritmo più contenuto.

Il mercato, ancorché molto competitivo, è relativamente poco concentrato. Tuttavia, sono in atto alcuni fenomeni di concentrazione, tipicamente stimolati dai principali player industriali che cercano sinergie di integrazione tra fasi diverse della filiera.

Servizi Postepay

Gli ultimi dati disponibili sul mercato italiano delle carte di pagamento mostrano una forte crescita del transato complessivo nazionale che, a settembre 2023, supera i 322 miliardi di euro, in aumento del 17,8% rispetto a settembre 2022 grazie anche al rialzo dei tassi di inflazione. Il numero delle transazioni cresce del 23,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e si attesta a 7,2 miliardi, segno di un utilizzo quotidiano delle carte sempre più consolidato, anche grazie ad una maggiore propensione e accettazione all’utilizzo di pagamenti digitali da parte degli esercizi commerciali (pagamenti e-commerce e contactless).

Le transazioni con carte di debito crescono del 22% rispetto a settembre 2022 e rappresentano oltre la metà del totale transazioni (il 59%), con un transato che supera i 187 miliardi di euro (+15% rispetto a settembre 2022). Anche le carte prepagate avanzano a ritmi sostenuti (+17% delle transazioni e +13% del transato rispetto a settembre 2022), per un valore complessivo che si attesta ad oltre 52 miliardi di euro, merito del costante sviluppo dell’e-commerce e dell’aumento della penetrazione presso i punti fisici. I primi nove mesi del 2023 sono risultati positivi anche per le carte di credito che chiudono il periodo in crescita con transazioni in aumento del 36% e transato in crescita del 29% rispetto a settembre 2022, per un valore complessivo di oltre 82 miliardi di euro.

Al 30 settembre 2023 il numero di carte attive sul mercato supera i 93,8 milioni, in aumento dell’1% rispetto allo stock di carte attive al 31 dicembre 2022: la crescita maggiore si registra sulle carte di debito che crescono dell’1,3% rispetto al 31 dicembre 2022, per un totale di oltre 49,6 milioni di carte attive. Stabile lo stock delle carte prepagate il cui numero supera i 30 milioni (+0,3% rispetto al dato di fine dicembre 2022). In crescita anche le carte di credito (+1,3% rispetto al 31 dicembre 2022), con oltre 13,5 milioni di carte attive.

Il mercato della telefonia mobile, ha mostrato un leggero incremento in termini di stock di SIM Human-to-Human rispetto al 2022, segno di un mercato ormai saturo ma che evidenzia un dinamismo nello stock dei singoli operatori. In particolare, la quota degli operatori mobili virtuali (Mobile Virtual Network Operator – MVNO) è cresciuta, erodendo le quote di mercato degli altri top player, attestandosi al 16%. Poste Mobile, che rappresenta il 35% degli MVNO, è rimasta sostanzialmente stabile (-0,3% rispetto a dicembre 2022) con una quota di mercato pari al 5,6%. Le linee complessive al 30 settembre 2023 sono pari a 108,5 milioni (+1,3% rispetto allo stesso periodo del 2022) comprensive di 29,7 milioni di SIM Machine to Machine (M2M) (+3,7% rispetto allo stesso periodo del 2022).

Il mercato energetico nel corso del 2023 ha vissuto un percorso di graduale riequilibrio dopo l’aumento dei prezzi delle materie prime, tra le quali in primis il gas con significative ripercussioni sul mercato dell’energia elettrica.

Nel corso del secondo trimestre 2023 il mercato del gas e dell’energia elettrica ha visto una significativa riduzione delle quotazioni all’ingrosso dei prezzi del gas e dell’energia elettrica, grazie al progressivo superamento del rischio di mancanza di gas nella parte finale dell’inverno. Le temperature invernali, infatti, sono state relativamente miti e la diversificazione degli approvvigionamenti europei di gas hanno consentito di superare il periodo invernale fronteggiando il rischio di carenza (shortage) della materia prima.

Anche nel terzo trimestre 2023, è proseguita la stabilizzazione dei prezzi sui mercati all’ingrosso del gas e dell’energia elettrica e, nel corso di tale periodo, la fase di riempimento dello stoccaggio del gas è avvenuta a buon ritmo, in preparazione della stagione invernale.
Alla fine di settembre 2023 gli stoccaggi italiani e europei sono stati vicini al massimo riempimento. Nel quarto trimestre 2023, è proseguita la graduale riduzione e stabilizzazione dei prezzi sui mercati all’ingrosso del gas e dell’energia elettrica, grazie alle temperature registrate sopra le medie stagionali e alla bassa domanda di gas sia sul fronte residenziale che su quello dei consumi industriali e termoelettrici. Il bilanciamento tra offerta e domanda di gas a livello nazionale ed europeo è stato positivo nella prima parte dell’inverno e ciò ha portato ad una ulteriore discesa dei prezzi di mercato nella parte finale dell’anno.
Il mercato del gas rimane comunque caratterizzato da incertezze derivanti dal contesto geopolitico ed economico internazionale, anche se in misura inferiore rispetto al 2022, con conseguente volatilità dei prezzi, che si riflette anche nel mercato elettrico.

In tale contesto le istituzioni hanno continuato un graduale percorso di riduzione delle agevolazioni introdotte nel corso del 2022 per far fronte all’aumento dei prezzi di gas ed elettricità all’ingrosso.
 

Servizi Finanziari

Sulla base delle stime disponibili fornite dall’Associazione Bancaria Italiana (ABI), a fine dicembre 2023 la raccolta da clientela del totale delle banche in Italia, rappresentata dai depositi da clientela residente (in conto corrente, certificati di deposito e pronti contro termine) e dalle obbligazioni, è risultata in calo del 1,5% su base annua, attestandosi a circa 2.028 miliardi di euro (-31 miliardi di euro rispetto all’anno precedente).

Tale dinamica è stata il riflesso di una significativa riduzione dei depositi da clientela residente, pari a circa 71 miliardi (-3,8% su base annua) parzialmente compensata da una ripresa di circa 40 miliardi di euro della raccolta obbligazionaria (+19,1% a/a).

A dicembre 2023, il costo medio della raccolta bancaria (che comprende il rendimento dei depositi, delle obbligazioni e dei pronti contro termine delle famiglie e società non finanziarie) si è assestato all’1,16% (0,61% al 31 dicembre 2022).

I finanziamenti bancari a residenti in Italia (settore privato più Amministrazioni pubbliche al netto dei pronti contro termine con controparti centrali) a dicembre 2023 si sono attestati a circa 1.670 miliardi di euro, registrando una variazione negativa del 3,9% rispetto all’anno precedente. I prestiti a famiglie e società non finanziarie sono stati pari a 1.296 miliardi di euro registrando una variazione annua negativa pari a 2,2%. Il calo dei volumi è coerente con il rallentamento della crescita economica, che deprime la domanda di prestiti: a dicembre 2023, il volume dei prestiti a imprese e famiglie è sceso del 2,2% rispetto all’anno precedente.

Risparmio gestito
I dati Assogestioni evidenziano, al 31 dicembre 2023, patrimoni complessivamente pari a 2.338 miliardi di euro, in crescita del 5,8% rispetto ai 2.210 miliardi di euro di fine 2022. Con riferimento alle gestioni di portafoglio, il patrimonio è risultato pari a circa 1.095 miliardi di euro, in crescita del 4,3% rispetto ai 1.050 miliardi di euro al 31 dicembre 2022. Con riferimento alle gestioni collettive, il patrimonio è passato da circa 1.160 miliardi di euro di fine dicembre 2022 a circa 1.243 miliardi di euro di fine dicembre 2023 (+7,1%). Relativamente ai soli fondi comuni di investimento di tipo aperto il patrimonio della clientela, a fine dicembre 2023, si è attestato a circa 1.149 miliardi di euro, in crescita del 6,9% rispetto ai circa 1.075 miliardi di euro a fine dicembre 2022.

In termini di raccolta netta l’industria del risparmio gestito presenta nel 2023 un saldo negativo di circa 49,6 miliardi di euro (rispetto a un saldo positivo di circa 12,9 miliardi di euro del 2022).

Servizi Assicurativi

Nel corso del 2023 il mercato ha continuato a risentire dell’incertezza connessa alla guerra in Ucraina e al conflitto Israelo-palestinese e dei livelli di inflazione e dei tassi di interessi ancora elevati, sebbene in rallentamento rispetto ad inizio anno.

Nell’anno, la raccolta netta del comparto vita è stata negativa e pari a -22,8 miliardi di euro, in calo di circa 40 miliardi di euro rispetto al saldo registrato nel 2022, quando l’importo era di segno positivo e sfiorava i 16 miliardi di euro. Il risultato attribuibile alla contrazione dei premi (-3,2% rispetto al 2022) collegato esclusivamente ai prodotti di ramo III e all’incremento delle uscite (+45%), per effetto principalmente dei maggiori riscatti afferenti  le polizze di Ramo I (fenomeno riconducibile al rialzo dei tassi che ha indotto i risparmiatori alla ricerca di prodotti con rendimenti più elevati). A fine dicembre 2023, il tasso di riscatto risulta pari al 10,63% rispetto 6,71% del 2022. La nuova produzione di polizze individuali sulla vita nel mercato italiano, sulla base degli ultimi dati disponibili80, è stata pari a circa 74,2 miliardi di euro alla fine di dicembre 2023, registrando una variazione negativa pari al 3,3% rispetto al 2022. Ove si considerino anche i nuovi premi vita del campione delle imprese UE, il dato raggiunge 82,5 miliardi di euro e risulta in calo del 5,2% rispetto al 2022.

Analizzando i dati per ramo ministeriale, i premi di Ramo I, che confermano il ruolo di leadership nel comparto Vita con un’incidenza sul totale alla fine di dicembre 2023 pari al 76% ammontano alla fine del 2023 a 56,3 miliardi di euro, +11,9% rispetto all’esercizio precedente. La raccolta di prodotti di Ramo III (nella forma esclusiva unit-linked ) con un valore pari a 14,8 miliardi di euro, risulta in calo (-37,5%) rispetto al dato rilevato alla fine di dicembre 2022. Sebbene residuale, la raccolta di prodotti di capitalizzazione è pari a 0,8 miliardi di euro e registra nell’anno un decremento del 27,6% rispetto a quanto rilevato nel 2022. I volumi dei nuovi premi relativi alle polizze di malattia di lunga durata (Ramo IV), continuano ad essere contenuti (circa 111 milioni di euro) e in crescita (+30,6%) rispetto al 2022.

I nuovi contributi relativi alla gestione di fondi pensione registrano nell’anno una raccolta pari a 2,2 miliardi di euro segnando un aumento (+39,8%) rispetto al 2022.

La modalità di versamento a premio unico continua a costituire la scelta maggiormente utilizzata dai contraenti, rappresentando il 95,2% del totale dei premi emessi e il 60,6% in termini di numero di polizze.

Con riferimento al canale distributivo, il 64,7% della nuova produzione è stata intermediata alla fine di dicembre 2023 tramite sportelli bancari e postali, con un volume premi di 48 miliardi di euro in calo (-1,3%) rispetto al 2022. Riguardo invece l’intero canale agenziale, il volume di nuovi affari distribuito nell’anno 2023 ha raggiunto i 15,7 miliardi di euro, registrando una crescita dei volumi dell’1,1% rispetto all’esercizio precedente e con un’incidenza della raccolta intermediata sul totale pari al 21,1%.

Ramo Danni
Per quanto attiene al mercato assicurativo danni, i premi totali del portafoglio diretto italiano, comprensivo anche della raccolta effettuata nel nostro Paese dalle imprese italiane e dalle rappresentanze di quelle estere, sulla base degli ultimi dati ufficiali disponibili81 alla fine del terzo trimestre 2023, si sono attestati a 31,2 miliardi di euro, in aumento del 7,5% rispetto al medesimo periodo del 2022, quando il settore registrava una crescita del 6,3%. Il sopramenzionato aumento è attribuibile, in particolare, allo sviluppo del settore Non Auto (+8%). Risultano in crescita (+7%) i premi del settore Auto, per effetto principalmente dell’aumento dei premi afferenti il ramo Corpo Veicoli Terrestri (+12,1%) e in parte anche del ramo RC Autoveicoli, i cui premi hanno beneficiato di una crescita del 5,4%.

Con riferimento al comparto Non Auto, alla citata crescita del 8% registrata nel corso del periodo, hanno contribuito tutti i principali rami assicurativi: i) il Ramo Malattia con un volume pari a 2.930 milioni di euro e una crescita del 13,3%; ii) il Ramo Infortuni con premi pari a 2.807 milioni di euro e un aumento del 4,3%; iii) il Ramo RC Generale con premi pari a 3.668 milioni di euro e un incremento del 7,3%; iv) il Ramo Altri danni ai beni con un incremento pari al 7,7% e volumi complessivi pari a 3.022 milioni di euro; v) infine il Ramo Incendio ed elementi naturali che con una produzione complessiva pari a 2.198 milioni di euro raggiunge una crescita del 9,1%. Inoltre, si segnala la crescita conseguita dai Rami Credito e Assistenza Legale pari rispettivamente a +14,4% e +7,6%, con premi complessivamente raccolti pari rispettivamente a 677 milioni di euro e 812 milioni di euro.

Per quanto riguarda i canali distributivi, quello agenziale si conferma leader con una quota di mercato alla fine di settembre 2023 pari al 72,4%, in linea rispetto al dato registrato nel medesimo periodo del 2022. I broker rappresentano il secondo canale di distribuzione premi danni con una quota di mercato pari al 9,4% (8,7% a fine settembre 2022), mentre gli sportelli bancari e postali registrano una quota di mercato del 9,2% (9,2% nei primi nove mesi del 2022).

Per quanto riguarda la vendita diretta nel suo complesso (comprensiva della vendita a distanza, telefonica e internet), a fine settembre 2023 registra un’incidenza dell’8,5% (in calo rispetto all’8,7% registrato nel corrispondente periodo del 2022). La quota residuale dello 0,4% (invariata rispetto al dato del terzo trimestre 2022) è riferita ai premi intermediati dai consulenti finanziari abilitati.

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