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Televisione: Poste & testimonial Quando ci sono da lanciare iniziative particolarmente importanti, quando bisogna informare il grande pubblico di qualche novità che modifica usi e costumi “postali”, oltre alle campagne stampa, oltre a depliant distribuiti negli uffici o volumetti recapitati a casa, oltre alle affissioni non si può non ricorrere anche al mezzo televisivo e dunque alla RAI.

È il cinque gennaio del 1954 quando ha inizio, in Italia, il servizio televisivo nazionale, celebrato anche in un francobollo emesso un paio di mesi dopo, il 25 febbraio. La RAI, che nella serata inaugurale trasmette da Torino, Milano e Roma, non ha ancora una propria dotazione di apparati per la trasmissione del segnale e si avvale, inizialmente, dei ponti radio delle Poste. È l’inizio di una proficua collaborazione. Quando ci sono da lanciare iniziative particolarmente importanti, quando bisogna informare il grande pubblico di qualche novità che modifica usi e costumi “postali”, oltre alle campagne stampa, oltre a depliant distribuiti negli uffici o volumetti recapitati a casa, oltre alle affissioni non si può non ricorrere anche al mezzo televisivo e dunque alla RAI. 

Così nel 1967 e nel 1968 è la RAI a trasmettere dei simil spot delle Poste che annunciano l’introduzione del Codice di Avviamento Postale (CAP), con annesso concorso a premi. Sono personaggi televisivi come Corrado, Aba Cercato, Gino Bramieri, Gianni Boncompagni, Raffaella Carrà, che pubblicizzano il CAP, insieme a personaggi del mondo dello spettacolo come Ugo Tognazzi, Gianni Morandi, Sylva Koscina, Paola Pitagora. 

Dieci anni dopo sarà poi la volta del “Bustometro”, quando, nel 1977, le Poste introducono formati standard per la spedizione di cartoline, lettere e stampe. Il “Bustometro” è un cartoncino su cui sono disegnati e corredati di misure i formati che possono essere lavorati automaticamente dai sofisticati macchinari dei nuovi centri di movimentazione postale. 

Come avvenuto per il Codice di Avviamento Postale (CAP), la novità viene comunicata con grande dispiego di mezzi. Nella Relazione di Bilancio del 1977 leggiamo: “Sono stati realizzati, inoltre, documentari cinematografici e «sketchs» radiofonici e televisivi, nonché inseriti filmati nei cinegiornali nazionali, per una capillare campagna informativa sul tema della normalizzazione postale ed in particolare sulla normalizzazione dei formati delle corrispondenze (…)affiancata da una efficace propaganda attraverso gli organi di stampa che hanno consentito di sensibilizzare a largo raggio l'utenza  (…) fornita di apposito materiale illustrativo ed informativo (…) e interessanti realizzazioni grafiche”. 

In una serie di short televisivi che combina “Rischiatutto” con il classico “Carosello”, il famoso presentatore televisivo Mike Bongiorno interpella i concorrenti e chiede di scegliere fra la busta numero uno, due o tre. E ogni volta ammonisce: “ricordatevi di usare i formati standard se volete che la vostra corrispondenza arrivi prima. I formati fuori standard, infatti, vengono lavorati manualmente”. Il tutto condito con una scenetta umoristica interpretata di volta in volta, dallo stesso Mike, e, fra gli altri, da Sabina Ciuffini, Dori Ghezzi, Iva Zanicchi, Minnie Minoprio, Sergio Renda, Ric & Gian, Pippo Baudo, la tennista Lea Pericoli, recentemente scomparsa. 

Esattamente come per il CAP qualche polemica non manca. L’Unione Nazionale Consumatori ha da ridire perché sarebbero stati discriminati gli utenti postali distinguendoli tra piccoli e grandi: “mentre tanta fermezza è stata ostentata nei confronti dei piccoli utenti, una proroga veniva con cessa ai grandi utenti — banche, enti, imprese commerciali — che ne avessero fatto specifiche motivate richieste”. Altri han da ridire invece sul neologismo appena coniato: si dovrebbe dire bùstametro, non bustòmetro… 

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