Il 27 marzo del 1899 un esperimento di Guglielmo Marconi per la prima volta mette in comunicazione l’Inghilterra con la Francia, senza dover ricorrere a cavi sottomarini, fili e pali del telegrafo. Ha solo venticinque anni.
Nell’Ottocento il telegrafo rivoluziona il modo di comunicare e di vivere. Per la prima volta si può leggere un messaggio scritto poche ore prima anche a mille e passa chilometri di distanza. Merito di Samuel Morse che nel 1837 inventa il telegrafo elettrico, presto diffuso in tutto il mondo. In Italia il primo impianto entra in funzione nel 1848 nel Granducato di Toscana e poi un po’ in tutta la penisola. Con il telegrafo tutto avviene in un istante: dalle disposizioni impartite dal Re agli ordini di acquisto e ai pagamenti, effettuati con il vaglia telegrafico.
Si cablava il mondo passo dopo passo, palo dopo palo, filo dopo filo, con personale delle Poste che ne controllava quotidianamente le condizioni e che subito rimediava alle interruzioni nelle linee, i “guardiafili”. Ma pali e fili possono essere impiantati solo sulla terraferma; per varcare i mari, per collegare il “continente” alle isole ci vogliono chilometri e chilometri di cavi sottomarini, difficili da posare, che devono resistere alle correnti, alla salsedine.
Dal 1857 telegrammi possono essere scambiati anche fra il “continente” e la Calabria. Agli inizi in modo un po’ macchinoso: un telegramma che parta, per dire, da Torino è trasmesso via filo sulla terraferma fin giù in Calabria; qui viene stampato, attraversa lo stretto di Messina in barca, consegnato all’ufficio telegrafico e, infine, ritrasmesso fino alla destinazione finale. Il 25 gennaio del 1858 un cavo sottomarino fra Reggio Calabria e Messina semplifica le operazioni e rende più veloce le comunicazioni fra l’isola e il continente, ma solo per tre giorni. Il 25 ottobre dello stesso anno viene spazzato via dalle correnti e bisogna aspettare l’Unità di Poste e le Regie Poste nazionali per rimetterlo in funzione. Poi l’invenzione che rivoluziona il mondo della comunicazione degli ultimi due secoli.
Nel 1895 Guglielmo Marconi scopre un modo per trasmettere facendo a meno di fili e cavi, via etere: nasce il wireless. Agli inizi i segnali sono deboli e non riescono a superare neanche la barriera di una collina, ma Marconi, che dalla madre irlandese ha ereditato una grande determinazione, non desiste e nel 1897 brevetta la sua invenzione, a Londra. Nel giro di pochi anni gli apparati trasmittenti e riceventi arrivano a coprire una distanza di 4.000 chilometri fino a quando, di trasmettitore in trasmettitore, si riesce a raggiungere tutto il mondo.
Quello dello scienziato italiano è un successo così clamoroso che i suoi telegrammi senza fili sono ribattezzati Marconigrammi. Scienziato e imprenditore, perché Gugliemo Marconi non è solo uno scienziato dedito alla teoria; si occupa anche delle applicazioni pratiche dei suoi studi e con proprie società produce gli apparati necessari per la telegrafia senza fili, stipulando accordi commerciali in Italia con le Regie Poste, che dopo le esitazioni iniziali, lo sostengono, e all’estero. Avrà successo come scienziato (Nobel per la Fisica nel 1909, il primo italiano) e come imprenditore.
Gli studi di Marconi sulle onde radio e le sue applicazioni in ambito tecnologico cambiano radicalmente il mondo della comunicazione nel secolo scorso e in questo. A Marconi si deve la telegrafia senza fili, le trasmissioni radiofoniche e televisive. E infine il wireless, nell’accezione odierna.
Tutto nasce da un esperimento condotto dal giovanissimo Marconi nella villa di famiglia, a Pontecchio, nei pressi di Bologna, come racconta un filmato dell’Archivio Storico di Poste Italiane che ripercorre le tappe della sua affermazione. Per vedere il filmato, vai alla sezione "I nostri filmati".
Nell’Ottocento il telegrafo rivoluziona il modo di comunicare e di vivere. Per la prima volta si può leggere un messaggio scritto poche ore prima anche a mille e passa chilometri di distanza. Merito di Samuel Morse che nel 1837 inventa il telegrafo elettrico, presto diffuso in tutto il mondo. In Italia il primo impianto entra in funzione nel 1848 nel Granducato di Toscana e poi un po’ in tutta la penisola. Con il telegrafo tutto avviene in un istante: dalle disposizioni impartite dal Re agli ordini di acquisto e ai pagamenti, effettuati con il vaglia telegrafico.
Si cablava il mondo passo dopo passo, palo dopo palo, filo dopo filo, con personale delle Poste che ne controllava quotidianamente le condizioni e che subito rimediava alle interruzioni nelle linee, i “guardiafili”. Ma pali e fili possono essere impiantati solo sulla terraferma; per varcare i mari, per collegare il “continente” alle isole ci vogliono chilometri e chilometri di cavi sottomarini, difficili da posare, che devono resistere alle correnti, alla salsedine.
Dal 1857 telegrammi possono essere scambiati anche fra il “continente” e la Calabria. Agli inizi in modo un po’ macchinoso: un telegramma che parta, per dire, da Torino è trasmesso via filo sulla terraferma fin giù in Calabria; qui viene stampato, attraversa lo stretto di Messina in barca, consegnato all’ufficio telegrafico e, infine, ritrasmesso fino alla destinazione finale. Il 25 gennaio del 1858 un cavo sottomarino fra Reggio Calabria e Messina semplifica le operazioni e rende più veloce le comunicazioni fra l’isola e il continente, ma solo per tre giorni. Il 25 ottobre dello stesso anno viene spazzato via dalle correnti e bisogna aspettare l’Unità di Poste e le Regie Poste nazionali per rimetterlo in funzione. Poi l’invenzione che rivoluziona il mondo della comunicazione degli ultimi due secoli.
Nel 1895 Guglielmo Marconi scopre un modo per trasmettere facendo a meno di fili e cavi, via etere: nasce il wireless. Agli inizi i segnali sono deboli e non riescono a superare neanche la barriera di una collina, ma Marconi, che dalla madre irlandese ha ereditato una grande determinazione, non desiste e nel 1897 brevetta la sua invenzione, a Londra. Nel giro di pochi anni gli apparati trasmittenti e riceventi arrivano a coprire una distanza di 4.000 chilometri fino a quando, di trasmettitore in trasmettitore, si riesce a raggiungere tutto il mondo.
Quello dello scienziato italiano è un successo così clamoroso che i suoi telegrammi senza fili sono ribattezzati Marconigrammi. Scienziato e imprenditore, perché Gugliemo Marconi non è solo uno scienziato dedito alla teoria; si occupa anche delle applicazioni pratiche dei suoi studi e con proprie società produce gli apparati necessari per la telegrafia senza fili, stipulando accordi commerciali in Italia con le Regie Poste, che dopo le esitazioni iniziali, lo sostengono, e all’estero. Avrà successo come scienziato (Nobel per la Fisica nel 1909, il primo italiano) e come imprenditore.
Gli studi di Marconi sulle onde radio e le sue applicazioni in ambito tecnologico cambiano radicalmente il mondo della comunicazione nel secolo scorso e in questo. A Marconi si deve la telegrafia senza fili, le trasmissioni radiofoniche e televisive. E infine il wireless, nell’accezione odierna.
Tutto nasce da un esperimento condotto dal giovanissimo Marconi nella villa di famiglia, a Pontecchio, nei pressi di Bologna, come racconta un filmato dell’Archivio Storico di Poste Italiane che ripercorre le tappe della sua affermazione. Per vedere il filmato, vai alla sezione "I nostri filmati".