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La liquidità e la riserva

Logiche e uso conti correnti e strumenti di riserva.

La liquidità e la riserva

Perché 

La prima motivazione al risparmio da parte degli italiani è per “gestire gli imprevisti” (fonte Banca d’Italia). E l’imprevisto, di sua natura, non ha un orizzonte temporale, in quanto potrebbe accadere anche “domani”. Pertanto, tali risorse, devono possedere il requisito di essere prontamente disponibili.
Tuttavia, la maggioranza degli italiani, come è noto, lasciano gran parte del proprio risparmio sul conto corrente, sottovalutando l’impatto dell’inflazione sui loro denari.
Il conto corrente risponde all’esigenza dell’immediata disponibilità, ma soffre dell’effetto della riduzione del potere di acquisto, proprio perché non viene remunerato. Per fare un esempio concreto dell’impatto della perdita sul nostro risparmio, se avessimo 10.000€ e li lasciassimo su un conto non remunerato per 10 anni con un’inflazione del 2% annuo, al termine di questi 10 anni ci troveremmo con 8.170€ cioè il 18% in meno rispetto a quanto depositato inizialmente. Ci sono modalità e strumenti che consentono di gestire la riserva adeguatamente?
 

Cosa

Certamente non dobbiamo eccedere nell’attribuire troppe risorse all’esigenza di Riserva, ma dall’altra parte non dobbiamo cadere nel caso opposto, cioè pensare di avere una situazione economicamente stabile da ignorare l’importanza di costruire una riserva adatta alle nostre necessità. A tal proposito una famosa ricerca ha dimostrato che il 78% dei giocatori di calcio dopo 5 anni dal ritiro dalla carriera hanno avuto problemi finanziari (fallimento o forte stress finanziario). Semplicemente perché avevano sottovalutato l’utilità di costruire una riserva adeguata, hanno mantenuto costanti i consumi e non hanno ricostituito la loro riserva. Quindi, l’elemento cruciale da considerare con attenzione è la misura di quante risorse attribuire alla Riserva, né troppe, né troppe poche.
Un altro errore che molti risparmiatori commettono è quello di confondere la Riserva con l’accantonamento o la capitalizzazione di un patrimonio, ad esempio, considerano i risparmi investiti nella propria abitazione come una fonte di Riserva. L’immobile, come tutti i beni reali, non ha i requisiti che dovrebbe avere un fondo di riserva, cioè la pronta liquidabilità (immaginate di dover vendere un immobile in pochi giorni) e la diversificazione, elementi che si ritrovano in strumenti finanziari adatti allo scopo.
Se la liquidità serve per fronteggiare i piccoli imprevisti e, quindi, può subire una perdita del suo potere di acquisto a patto di avere le risorse prontamente disponibili, la Riserva può essere utilizzata per necessità che non vengono gestite né dalla liquidità (piccoli rischi) né dalla Protezione (grandi rischi). Per questo motivo le risorse in Riserva devono riuscire a preservare il valore capitale nel tempo difendendolo dall’erosione del poter di acquisto. Solo in questo modo, tali risorse costituiscono una vera e propria scialuppa di salvataggio in caso di estrema necessità. Per fare ciò è opportuno attingere agli strumenti finanziari disponibili nel mercato finanziario ma con il minor profilo di rischio possibile, per evitare di subire perdite sul capitale iniziale nel momento di necessità improvvisa.

Come

Per determinare in maniera oggettiva l’ammontare necessario da accantonare in Riserva, fermo restando la personale sensibilità, un ammontare ragionevole per la gestione degli imprevisti è costituito da un valore che varia dalle 4 mensilità di consumi per un lavoratore dipendente (o pensionato) alle 8 mensilità di consumo per un lavoratore autonomo. Le differenze tra categorie professionali sono facilmente spiegabili per il fatto che un lavoratore autonomo è maggiormente esposto al rischio di variabilità del proprio reddito e necessita di un salvagente più grande.
Per fare un esempio, un operaio con 1.000 euro di consumo mensile, dovrebbe costruire una riserva pari a 4.000 euro.  Mentre un autonomo, sempre ipotizzando un consumo mensile di 1.000 euro, dovrebbe avere una riserva pari a 8.000 euro.
Nel definire l’ammontare di risorse da dedicare alla Riserva ci sono altre due variabili che è bene considerare come l’esistenza di impegni finanziari (come la rata di un mutuo o di un finanziamento) e il numero dei componenti a carico. In entrambi i casi a valori maggiori corrisponde una maggiore necessità di risorse in Riserva.

Le tipologie di strumenti finanziari adeguati a questo tipo di esigenza dovranno avere le seguenti caratteristiche:
  • non avere limitazioni al disinvestimento nel tempo, proprio per la necessità che si vuole gestire;
  • essere diversificati (come, ad esempio, fondi comuni di investimento, gestioni patrimoniali e unit linked)
  • avere un profilo di rischio più basso possibile (come, ad esempio, strumenti finanziari con contenuto monetario e obbligazionario a breve termine o strumenti indicizzati all’inflazione).
 
Organizzare le risorse dando priorità alla Riserva e, quindi, dedicare le rimanenti disponibilità agli investimenti per obiettivi di vita ha un importante effetto che le ricerche di finanza comportamentale hanno rilevato (si veda Daniel Kahneman) come particolarmente utile per separare la parte impulsiva da quella razionale. In pratica, il fatto di avere costruito una riserva per imprevisti, ci rende psicologicamente predisposti a ragionare su orizzonti e profili di rischio adeguati agli obiettivi di vita prefissati. Viceversa, ragionare di obiettivi, poniamo a lungo termine, senza aver costruito un sistema di sicurezza, ci porterebbe a fare scelte oltremodo prudenziali sui nostri obiettivi di vita. E in questo caso le perdite di opportunità sono un costo.
Infine, è importante verificare annualmente se sono variati i consumi, in quanto cambierebbe la necessità di risorse per fronteggiare un imprevisto. Nel caso di maggiore necessità andremo ad alimentare la Riserva con il risparmio mensile.

Riepilogando, per definire la riserva consapevolmente è necessario:
  1. definire la quantità di consumi mensili;
  2. identificare l’ammontare adeguato di Riserva obiettivo in base ai propri consumi e alla propria situazione economica e finanziaria;
  3. mettere in priorità la costituzione della riserva rispetto agli obiettivi di vita collocati nel futuro;
  4. identificare lo strumento adatto e con il minore livello di rischio possibile;
  5. monitorare nel tempo eventuali cambiamenti di necessità di Riserva.