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Il nuovo anno è alle Poste, informazione e pubblicità nei calendari delle Regie Poste

I primi calendari postali sono composti da poche paginette, una ventina, sono in bianco e nero e di certo non brillano per grafica e creatività. Man mano il numero di pagine aumenta, fino ad arrivare a 64, e sulla copertina compaiono illustrazioni colorate, talvolta molto curate come quella che caratterizza il calendario del 1913.

I primi calendari postali sono composti da poche paginette, una ventina, sono in bianco e nero e di certo non brillano per grafica e creatività. Man mano il numero di pagine aumenta, fino ad arrivare a 64, e sulla copertina compaiono illustrazioni colorate, talvolta molto curate come quella che caratterizza il calendario del 1913.

In questi opuscoli non troviamo solo notizie e informazioni sui servizi postali, telegrafici e di risparmio – dall’ora di levata della corrispondenza dalle cassette d’impostazione agli orari degli uffici - troviamo anche le tipiche informazioni che caratterizzavano il famoso almanacco di Barbanera: la fasi della luna (particolarmente utili ai contadini, ai marinai e ai licantropi) le eclissi, le feste mobili come la Pasqua e la Pentecoste e altre informazioni di cui oggi molti farebbero fatica a comprendere l’utilità e anche il significato: i “quattro tempora”, “l’ingresso del sole nei segni dell’eclittica”, il “computo ecclesiastico”…

Per finanziare la pubblicazione i portalettere si procacciano un po’ di pubblicità a pagamento. Nel calendario del 1915 le rinomate Cantine Antonio Casini che hanno sede a Poggibonsi (Siena) – dove fra l’altro opera la più prolifica tipografia di calendari postali - pubblicizzano oli e vini del Chianti; la farmacia Ruggeri di Pesaro promette miracoli con i Glomeruli Ruggeri contro l’anemia. Nel calendario del 1921, i fratelli Coen, con palazzo proprio in via del Tritone a Roma, offrono “le più belle stoffe e la più bella biancheria”. In altri si pubblicizzano prodotti straordinari che consentono agli uomini di avere una folta barba e alle donne una chioma rigogliosa.

Del loro prodotto editoriale i portalettere più che soddisfatti sono orgogliosi. Nelle copertine, a colori, si precisa quasi sempre “Calendario postale offerto dai portalettere” così come quasi sempre, in copertina, compare un portalettere in posa o mentre consegna la posta, appiedato o in bicicletta, circondato da donzelle (il fascino della divisa). In quarta di copertina si alternano immagini legate al mondo della comunicazione e al trasporto della posta (ed è interessante notare come man mano compaiano le navi e i treni, le auto, gli aerei) e scene di vita quotidiana in cui a essere protagonista è proprio la lettera: una volta letta da una mamma alla bambina, in casa davanti focolare; un’altra volta da un crocchio di ragazze in mezzo alla via (quando le lettere andavano ritirate all’ufficio postale, prima che subentrasse la consegna a domicilio);  oppure recapitata da un portalettere azzimato come un ufficiale di cavalleria (la divisa di allora era decisamente militaresca) a un professionista intento ai propri affari. Tutte scene che sottolineano l’importanza della posta negli affetti e negli affari.

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