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Il guardafili: Una figura affascinante ma poco conosciuta

Un tempo salivano sui pali con il telefono a tracolla per cercare guasti sulle linee telegrafiche. Agili acrobati, esperti di nodi, custodi della connessione, i guardafili sono una delle figure più affascinanti e meno conosciute della nostra storia postale. In questo breve viaggio in quattro puntate, scopriremo funzioni, rischi, strumentazioni, aspetti sociali e amministrativi di questo antico mestiere.

PUNTATA I: chi erano i guardafili?

C’è stato un tempo in cui un guasto sulla linea del telegrafo poteva paralizzare la comunicazione tra intere città. In quei momenti, scattava una vera e propria corsa contro il tempo. A percorrere strade, a camminare chilometri sotto la pioggia o sotto il sole, a salire sui pali con l’agilità di acrobati, c’erano loro: i guardafili, una delle figure meno conosciute della nostra storia postale. Ma chi erano i guardafili?

Il “Notiziario n.6” – un cinegiornale dei primi anni Cinquanta conservato nell’Archivio Storico di Poste Italiane - racconta così il loro lavoro: “Accade qualche volta che una delle duemila telescriventi in funzione in Italia  impazzisca improvvisamente, registrando sulla zona lettere e cifre senza senso. In un punto imprecisato dell’immensa rete telegrafonica si è verificato un guasto. […] La coppia dei guardafili, opportunamente motorizzata, raggiunge la località segnalata. La prima sosta è al cosiddetto “palo prova”. Il telefono portatile, che fa parte del complicato armamentario tecnico in dotazione ai guardafili, viene inserito per stabilire se il guasto da riparare è da un lato o dall'altro del palo prova. Stabilita la direzione, comincia il controllo accurato della linea.” Si cammina sotto le linee aeree a piedi, per chilometri, con il naso all’insù fino a trovare l’origine del problema: un cavo spezzato da un temporale, un palo danneggiato da un’auto, o persino – come documentato – un pezzo di fil di ferro lanciato in aria da un cittadino incosciente.
 
La coppia di guardafili, dunque, raggiunge il palo prova in motorino, come nel nostro documentario, oppure in auto, come ritratto nella quarta di copertina del calendario del portalettere del 1915. Altre volte invece si sposta in tram, come testimonia una voce di spesa dei primi anni del Novecento, relativa al trasporto di guardafili sui tramway omnibus.

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