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Per l’occasione le Poste Italiane organizzarono un tour di otto diligenze postali che attraversarono l’Italia, come racconta un articolo della Domenica del Corriere del due dicembre di quell’anno: “Otto diligenze, in uso dai tempi dei nostri nonni, opportunamente rimesse in funzione, sono partite da altrettante località di frontiera, fra il 21 novembre e il due dicembre (…) per ricongiungersi la mattina del 12 dicembre a Roma”. Qui nel Palazzo dei Congressi all’Eur le attende il Presidente della Repubblica Antonio Segni, con il Ministro delle Poste Carlo Russo, il Direttore Generale Romolo de Caterini e un parterre di Autorità di tutto rispetto. A festeggiare l’arrivo delle diligenze, naturalmente, anche dipendenti delle Poste e tantissimi cittadini.
Il servizio fotografico integrale racconta visivamente tutto questo: le tappe principali, l’arrivo delle diligenze in località di passaggio e i festeggiamenti ufficiali organizzati nelle principali città, dove i moderni veicoli delle Poste le accolgono e le accompagnano nei percorsi cittadini, scortate anche da Polizia e Carabinieri, fra ali di folla plaudente e applausi di scolaresche.
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Nel 1962 i postini sono 25.000 e al posto delle diligenze ci sono 2.500 automezzi. La rete ferroviaria che cento anni prima non contava più di 3.000 chilometri supera i 25.000, così come sono aumentate le strade carrozzabili, passate da un’estensione di 90.000 chilometri a più di 190.000. A trasportare posta e pacchi per tutta Italia provvedono sette treni postali, dedicati esclusivamente a questo, cui si aggiungono i cosiddetti “carri ambulanti”, carrozze ferroviarie adibite a ufficio postale in cui si smista la posta man mano che il treno avanza, preparando i “dispacci” da lasciare nelle stazioni ferroviarie a seconda della loro destinazione. Muli e cavalli, carri e diligenze, ormai, compaiono solo rievocazioni storiche.
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