Stai utilizzando una versione obsoleta di Internet Explorer.
Per una navigazione ottimale del sito ti consigliamo di aggiornare il browser ad una versione più recente: Aggiorna IExplorer

L’armamentario del postiglione Il racconto di un postiglione: il suo lavoro e le sue avventure!

Armi e bagagli. Si parte. Oops, dimenticavo: ho caricato anche alcuni sacchi di posta. I passeggeri son saliti. Sì, è un trasporto ibrido. Con me viaggiano corrispondenza e persone. Trasporto valori, in un certo senso. Nelle buste c’è chi infila le banconote. Chi viaggia ha con sé portafogli zeppi di banconote (gli uomini) e gioielli (le donne).
Queste si son subito spaventate alla vista dell’archibugio che porto con me, insieme ad un paio di pistole. Le ho rassicurate. Se ci assaltano i briganti ho di che difendermi e difenderle.

Mi presento sono Postiglione, al servizio delle Regie Poste. Sono io a condurre il velocifero, una moderna carrozza postale, da una stazione di posta all’altra. Quando sto arrivando, suono l’apposita melodia con la mia cornetta e subito qualcuno mi viene incontro per prendersi cura dei cavalli e darmene di freschi e riposati per il cambio. È in questo modo che la corrispondenza viaggia da una parte all’altra del Paese. Ogni volta, un’avventura!

Ieri mi addentravo lungo un percorso un po’ pericoloso, infestato dai briganti. Si appostano nei tratti meno frequentati e appena mi vedono passare… Anche ieri, ma ero pronto e stringevo già in pugno la mia pistola. Fa parte della divisa, sapete? Non per nulla stiamo parlando dell’armamentario del postiglione
Stavano quasi per avere la meglio, ieri. Allora ho preso il mio corno postale (per gli amici, “cornetta”) e ho suonato la melodia di richiesta d’aiuto. Non ero troppo lontano dal paese; qualcuno ha sentito e i gendarmi sono arrivati subito in mio soccorso. Anche questa volta la posta è arrivata a destinazione, sana e salva, al pari dei passeggeri e delle passeggere, con le loro banconote, con i loro preziosi.

Le cornette, usate già negli stati preunitari, sono utilissime in un sacco di situazioni. Ad ogni melodia corrisponde un avviso: così annuncio l’arrivo della corsa, faccio preparare i cavalli e le carrozze, chiedo aiuto in caso di difficoltà...
Nelle poste austriache e nel Lombardo Veneto questi segnali si eseguivano su cornette a tre giri. Anche nel ducato di Parma, per qualche tempo. Con quelle cornette i miei colleghi potevano emettere varie note in do e sol maggiore. Negli altri stati italiani e nel Regno d’Italia invece l’antica cornetta è stata sostituita con quella da un solo tono. I segnali si sono ridotti così a una ripetizione dell’unica nota con diversi ritmi, ma ci capiamo ugualmente.
La cornetta è talmente utile e diffusa che figura nello stemma gentilizio della famiglia Tasso, quelli che hanno concepito la posta così com’è ora, ed è stata assunta a simbolo delle poste in tantissimi Paesi.

Il corno postale è così evocativo che nella Terza Sinfonia di Gustav Mahler (terzo movimento) lo strumento intona un motivo nostalgico. Compare anche nel secondo minuetto della “Serenata n. 9 in Re maggiore K320” di Wolfang Amedeus Mozart, detta, guarda caso, “Serenata Posthorn”.
Ma adesso devo andare, i cavalli sono pronti e io devo ripartire. Voi intanto guardatevi alcuni filmati, son muti, ma interessanti: mostrano diligenze postali e postiglioni che, nel 1962, per il Centenario delle Poste italiane, attraversano l’Italia. Se poi voleste saperne di più, andare su www.censimento.fotografia.italia.it.

 
archiviostorico@posteitaliane.it

Guarda le foto e i video dell'archivio di Poste Italiane